
È ormai evidente che il familiare di riferimento di un paziente in fase di cura, chiamato anche caregiver, è in grado di influenzare il percorso riabilitativo del paziente stesso. Il suo equilibrio psicofisico influenza la prognosi che, in generale, migliora in funzione dello “stato di salute” della famiglia. Questo è vero quanto più il caregiver è informato, motivato, coinvolto e adeguatamente formato. Solo così, infatti, si ottiene quell’alleanza terapeutica con gli operatori sanitari e il familiare di riferimento che può diventare un vero e proprio “rinforzo” al team riabilitativo multidisciplinare.
La cura e l’assistenza di una persona fragile, disabile o di un anziano non è un percorso che ha schemi predefiniti, perché ogni persona ha la sua storia, ogni individuo è diverso così come le famiglie che affiancano queste persone fragili. Per questa ragione è fondamentale il rapporto di fiducia. Da qui, l’importanza di un servizio di supporto psicologico che noi di InCentrum offriamo. Il coinvolgimento di un caregiver riguarda l’aspetto sanitario, socio-assistenziale ma soprattutto quello affettivo ed emotivo. Per questo, lo psicologo clinico deve fare sempre parte dell’equipe di riabilitazione, supportando la famiglia fin dalle primissime fasi del percorso di cura e continuando a farlo durante tutto l’iter riabilitativo. Lo psicologo verifica le difficoltà emotive dei familiari e il loro grado di adattamento allo stato di salute del congiunto, con attivazione di eventuali percorsi di supporto ove necessario. I familiari vengono così attivamente coinvolti nei processi decisionali fin dalle prime fasi di assistenza e di cura, con momenti strutturati di ascolto/confronto e supporto psicologico.
Chi è il caregiver
Caregiver significa colui che si prende cura, di una persona malata o non autosufficiente. Nei Paesi di lingua inglese vengono chiamati informal caregiver (curanti informali) per distinguerli dai formal caregiver (curanti formali), ovvero tutto il personale formato per prestare assistenza sanitaria. In Italia, il fenomeno riguarda 3 milioni di persone che quotidianamente si prendono cura di un famigliare disabile o non autosufficiente. Sono in genere donne (80%), di cui il 31% di età inferiore a 45 anni.
Chi assiste il caregiver?
L’equilibrio psicofisico di chi presta le cure è sottoposto ad un carico di sofferenza, disagio, affaticamento, stress, che incide negativamente sulla salute, sulla vita famigliare e sociale del caregiver, che spesso cade in una condizione di profondo malessere dovuto alle preoccupazioni, ansie e paure che tutta la situazione può scatenare. Secondo alcune ricerche, i caregiver familiari, sono stati costretti nel 10% dei casi a chiedere il part-time e nel 66% a lasciare del tutto il lavoro. Le aspettative di vita sono ridotte anche di 17 anni rispetto alla normale popolazione a causa dello stress cui sono sottoposti.