
Quando un percorso terapeutico inizia?
Il percorso terapeutico inizia quando c’è un malessere oppure quando ci sono delle domande alle quali si vuole trovare una risposta. La persona può avere delle difficoltà lavorative, relazionali, sentimentali; oppure sentire un malessere che non si sa da dove arrivi e soprattutto come fare a farlo andare via. Può capitare che l’individuo decida di contattare uno psicologo al manifestarsi di sintomi psicosomatici: espressione di un malessere emotivo che non è stato ascoltato. Queste sono le condizioni più frequenti che precedono l’avvio di un percorso terapeutico, ma ciò che è altrettanto necessario per procedere con la terapia è l’instaurarsi di una relazione tra paziente e terapeuta. Il paziente per poter iniziare e proseguire con la terapia deve mettersi in gioco, deve fidarsi e affidarsi al terapeuta. È certamente difficile affidarsi e raccontarsi ma, come ogni sfida che accade nella nostra vita, la chiave sta nel nostro coraggio.
Cosa accade nello studio dello psicologo durante un percorso terapeutico?
Lo studio dello psicologo è un luogo di condivisione e di crescita basato su ciò che le persone al suo interno saranno in grado di trasmettere l’un l’altro. Lo psicologo non ha la risposta ai problemi o alle sofferenze. Lo psicologo è un professionista che è disposto ad entrare in relazione con le sofferenze ed i disagi soprattutto emotivi di chi gli chiederà aiuto. Per questo motivo, la relazione tra paziente e terapeuta è una relazione autentica che si basa sul qui e ora e sui sentimenti percepiti, sia quelli del paziente, sia quelli del terapeuta.
Chi soffre comprenderà nel corso della terapia che egli ha, in qualche modo, un’implicazione soggettiva sulla sua sofferenza. I suoi disagi non sono ascrivibili totalmente alla sfortuna o al caso, ma l’individuo stesso ne è in parte causa e quindi il cambiamento e la risoluzione dei problemi dipendono anche dal paziente. La relazione che si instaura con il terapeuta permette al paziente quella necessaria fiducia che lo porta a mettersi in gioco, a portar fuori i suoi limiti e le sue debolezze senza la paura di essere giudicato, attaccato, abbandonato.
Qual è il fine di un percorso terapeutico?
Ogni terapia si adatta alla persona e alle sue necessità, tuttavia si può affermare che un percorso psicoterapeutico ha l’obiettivo di generare cambiamento. Tuttavia per poter modificare qualcosa bisogna tenere tra le mani quella cosa, bisogna osservarla, bisogna sentirla. Stare con i propri sentimenti, positivi o negativi, piacevoli o spiacevoli, è un modo efficace per renderli utili, per capire cosa li ha provocati e cosa hanno di importante da dire. Questo è ciò che accade in psicoterapia.
Quando si parla di cambiamento si intende un aumento di consapevolezza, che potrà portare ad un cambiamento concreto di alcune relazioni e situazioni della nostra vita, ma che potrà anche portare alla decisione di non volere un cambiamento concreto e di accettare invece la realtà così com’è.
Lo psicologo ha il compito di guidare i suoi pazienti verso un approccio nuovo e diverso di guardare e vivere la realtà. Diventare consapevole delle diverse possibilità che si hanno per affrontare certe circostanze è uno strumento essenziale per guardare più sinceramente sé stessi e chi ci sta accanto. La psicoterapia potrà portare ad avere – e quindi ad usare – nuove mappe per orientarsi, spostarsi in un modo non sperimentato prima nelle relazioni con gli altri, interpretando in modi differenti ciò che accade.